L’impegno a “farsi luogo” nella creazione di una comunità
Tutto era predisposto: attendevamo solamente l’arrivo dei primi ospiti. Quella mattina il sole splendeva e le colline intorno mostravano le loro tonalità autunnali… Noi non vedevamo l’ora di poter finalmente accogliere i nostri Wyders per poter mostrar loro la nuova casa dell’innovazione Wyde. Qualcuno da paesi vicini, qualcun altro da terre lontane: erano in molti ad aver accolto il nostro invito. Forse perchè ciascuno di noi sa che quando ci si dà appuntamento lo si fa per dar vita a progetti grandi e belli, progetti in cui ciascuno può riflettere una parte di sè, di cui ciascuno può riconoscere a se stesso, in parte, la paternità. Poco importava che fosse Sabato: quando ci si incontra e si appartiene ad una comunità come questa, si torna a casa sempre un po’ più ricchi, con qualche energia in più ed essendosi imbattuto sempre in una qualche conoscenza inaspettata. L’obiettivo di quella giornata sarebbe stato quello di disegnare insieme, come una comunità, il futuro dell’Innovation Playground di Macerata. Per farlo però, era necessario che prima ascoltassimo le voci e le sensazioni di chi abita il territorio. Solo dopo avremmo potuto cominciare a seminare idee a riguardo, con l’atteggiamento delicato e rispettoso di chi si trova in terra straniera e porta con sè un bagaglio di esperienze che desidera condividere. Contrari ad un insediamento egemonizzante, eravamo tutti sinceramente curiosi di scoprire il patrimonio, la cultura e la storia di quelle terre, che si rispecchiano profondamente nel mindset imprenditoriale del luogo. Le Marche e l’Innovation Playground Image for post Nelle Marche nessuno vive solamente il luogo che abita: la morfologia di questo territorio crea ponti e favorisce la dimensione della città-diffusa in un territorio ricco di potenziale che risulta però impoverito nelle relazioni. Per dirlo in altre parole, qui nelle Marche vi sono moltissimi talenti e si respira storia e creatività in ogni borgo, ma spesso questo potenziale finisce per restare tale e non evolversi a causa della mancanza di una rete agile e funzionale di contatti con altre realtà. La sfida di senso per Wyde è immaginare metodi nuovi per facilitare il dialogo e la condivisione tra soggetti diversi, aiutare il territorio a portare ad un livello superiore la propria vocazione per rimettere in gioco le proprie competenze da mettere a sistema. Attraverso l’Innovation Playground di Macerata, Wyde ha deciso di cogliere questa sfida e contribuire alla Trasformazione Positiva delle imprese e del territorio. Questa trasformazione dovrà muoversi su 4 assi principali: cultura digitale economia circolare innovazione sociale imprenditorialità Image for post Per apportare questa trasformazione sarà necessario attivarsi a più livelli e donare all’Innovation Playground un’identità a più anime. All’interno dell’Innovation Playground troveremo quindi: un co-working una community transformation school digital and circular transformation lab Il secondo passo è stato quindi quello di porci una serie di domande… Che valore ha un hub per l’innovazione in un contesto territoriale come quello marchigiano? Che cosa può fare un abitante provvisorio che transita per queste terre? A questo punto, divisi in gruppi, ci siamo disposti in cerchio e abbiamo cominciato il brainstorming finalizzato a comprendere in che modo Wyde avrebbe potuto calarsi nel territorio e contribuire allo sviluppo dello stesso e alla creazione di conoscenza, senza però assumere un atteggiamento colonizzatore, ma più vicino a quello del forestiero o dell’abitante provvisorio. Gli stimoli sono stati molti e tutti i gruppi sono stati concordi nell’individuare le seguenti tappe del viaggio… La prima tappa: Ti ascolto, ti conosco e capisco qual è il tuo bisogno Un forestiero in transito, appena arriva in un nuovo territorio, inizia la ricerca di punti di riferimento anche attraverso il contatto con i locali e, a poco a poco, immagina quale contributo può apportare con il suo bagaglio identitario e di competenze. La condivisione di esperienze permette di sperimentare, scoprire quali nuove prospettive è possibile creare insieme e creare un rapporto fiduciario. La relazione tra il forestiero e l’indigeno è autentica quando è scevra di pregiudizi che possono influenzarne l’esito: avere uno sguardo neutro e mettersi in ascolto con umiltà sono i pilastri essenziali per provare a rendere visibile l’invisibile, con reciprocità e propensione alla crescita. Chi transita può stimolare gli “indigeni” del territorio a guardarsi e riconoscersi “altro da sè”: chi transita è quindi motore di cambiamento perché, mediante il confronto, rende visibile il potenziale territoriale nascosto e stimola la creatività. Dal confronto e dal dialogo sono emersi i ritratti di due figure: Image for post Il META — MARCHIGIANO: un abitante provvisorio che si mette in ascolto di ciò che è stato per creare ciò che sarà, in una terra di mezzo tra chi pone le domande giuste e chi dà, restituendo al territorio nuovi occhi e una nuova percezione della forza insita nell’identità locale. Il meta-marchigiano non è un consulente, bensì una sorta di agente che si mette al servizio del territorio. Il NUOVO — FINLANDESE: l’indigeno del luogo, nel confronto fiduciario di condivisione con il meta-marchigiano, impara ad osservarsi con occhi e percezioni altri da sè, si allontana da se stesso per poi ritrovarsi e riconoscersi “nuovo”. La prima fase è sostanzialmente una fase di ascolto e conoscenza reciproca tesa a individuare e mappare i bisogni emergenti. È importante però che avvenga una valutazione a due livelli: quello delle grandi imprese, che ci aiutano a comprendere le esigenze del territorio, e quello dei piccoli artigiani e delle start up che non hanno una rete di conoscenze e non dispongono di un incubatore di progetti condivisi. La seconda tappa: il network e i laboratori d’incontro Se nella prima tappa abbiamo raccolto le informazioni necessarie, è nella seconda fase che si passa all’azione. Tutti i gruppi hanno individuato due linee di intervento che potrebbero integrarsi e rappresentare la fase di avvio dell’Innovation Playground: Costruzione del network attraverso eventi attrattivi Co-progettazione di laboratori periodici di pensiero e pratica L’Innovation Playground di Macerata presso il MATT L’Innovation Playground può diventare la casa di un’esperienza cross-generazionale e cross-dimensionale. Cosa significa? Cross-dimensionale: i grandi imprenditori co-producono e promuovono insieme a Wyde progetti rivolti ai più giovani, prendendo parte all’iter di progettazione fin dalle sue prime fasi. Cross-generazionale: generazioni diverse si incontrano in un viaggio di crescita reciproca e disseminazione di nuove competenze. I grandi imprenditori si fanno guide professionali per i più giovani, condividendo percorsi formativi promossi dalle imprese che hanno fatto e fanno la storia di questo territorio. il MATT dovrà diventare un nuovo luogo pubblico di aggregazione, quindi aperto a tutti, capace di rendere visibile l’invisibile e far emergere la ricchezza del patrimonio di questo territorio. Lo scopo sarà quello di immaginare e creare insieme futuri possibili attraverso la costruzione e il potenziamento di un network di imprese grandi e piccole.
Scritto da wyde srl Admin